L’esperienza della collaborazione fra la Sezione Aeronautica dell’Istituto “ Arturo Malignani” di Udine e l’Università della California Riverside

La cooperazione fra una Scuola Superiore Italiana ed una Università Statunitense non è molto frequente, tanto meno se la richiesta arriva direttamente dalla componente oltreoceano. E’ quello che è successo alla fine dell’estate del 2018 quando un ricercatore del Department of Mechanical Engineering dell’Università della California – Riverside, l’Aerospace Engineer Raffaele Baggi, ha chiesto all’Istituto di partecipare ad un innovativo progetto di ricerca. Il prof. Mauro Fasano, responsabile della Sezione Aeronautica, ha accettato subito la proposta intravedendo le grandi ricadute didattiche che una tale collaborazione avrebbe potuto avere ed ha incaricato il prof. Nicola Foschia di formate il team. Cinque studenti, Pietro Decorte, Thomas Marchi, Enrico Meneghel, Alex Odorico e Marco Prodan, tutti appartenenti alla 5 AER D, hanno accettato con entusiasmo di essere coinvolti nel progetto a cui è stato subito dato un nome: SkyTeam California.

Il progetto

La richiesta era quella di trasformare un modello volante di un EF-2000 Typhoon monoderiva, fornito dall’Università, in un velivolo bideriva simile ad un F-18 Hornet e di rendere il tutto funzionante per poter essere provato in galleria del vento. Il lavoro si è subito concentrato sulla realizzazione di un supporto per le due derive. Questo ha richiesto una scannerizzazione dettagliata della parte posteriore della fusoliera del modello per permettere la progettazione, tramite CAD, di un supporto tridimensionale perfettamente aderente alla stessa. Si è poi passati alla stampa in 3D del supporto stesso e dei due alloggiamenti distinti delle derive.  Il progetto prevedeva infatti la possibilità di inclinare a piacere le due derive di un’angolazione compresa fra i 10 e i 90 gradi. Si sono quindi collegati tutti gli attuatori e verificato il funzionamento degli stessi in modo che tutte le superfici mobili, Canard, alettoni e timoni di coda funzionassero correttamente anche su impulso del radiocomando. E’ stato poi il momento di installare il vero “cervello”, un dispositivo programmabile chiamato Pixhawk in grado di gestire con precisione tutti i movimenti delle superfici mobili. E qui non sono mancate le difficoltà perché il dispositivo elettronico non rispondeva secondo le aspettative ma, dopo un lavoro minuzioso, si è riusciti a farlo funzionare come richiesto. Da ultimo è stato necessario realizzare la piastra metallica che fornisse il supporto per collegare il velivolo alla bilancia della galleria del vento. Anche in questo caso è stato necessario procedere ad una progettazione specifica ed alla sua realizzazione direttamente nell’officina dell’Istituto.

Le prove in galleria

Finalmente a fine Maggio, dopo un lavoro lungo ed impegnativo il modello è risultato pronto per andare in Galleria del Vento a Gorizia, presso l’Aerotunnel, una ditta specializzata che ha messo a disposizione la struttura grazie all’interessamento degli Ing.ri Rolando Parmesani e Paolo Vagliasindi. Per due giorni il velivolo è stato sottoposto ad una serie stringente di prove che hanno fornito dati molto interessanti. Il tutto si è concluso con una videoconferenza con la California tenutasi nella sede di Aerotunnel che ha visto tutti i componenti dello SkyTeam assieme al Dirigente Scolastico dell’Istituto, Prof. Andrea Carletti, e al sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna confrontarsi con i docenti statunitensi nelle persone del prof. Andrea Serrani del Dept. of Electrical & Computer Engineering, Ohio State University e della Prof.ssa Elisa Franco del Dep. Of Mechanical Engineering, University of California Riverside. Come si può notare tutta la controparte statunitense è costituita da docenti italiani che lavorano ed insegnano negli Stati Uniti a conferma della qualità del nostro sistema di istruzione.

Conclusioni

Il lavoro svolto è stato solo uno dei tasselli di un progetto molto più ampio che ha come obiettivo di sviluppare un sistema in grado di agire, in autonomia, sulle superfici mobili di un aereo compensando l’eventuale avaria di una delle stesse con l’ottimizzazione del lavoro delle altre. Aver potuto partecipare ad un simile progetto, oltre a rappresentare motivo di orgoglio per l’Istituto, ha permesso agli studenti di confrontarsi con una realtà internazionale, multidisciplinare, bisognosa di un lavoro di gruppo preciso e rispettoso della tempistica che rispecchia perfettamente le qualità oggi richieste ad un diplomato che si affaccia al mondo del lavoro. Formare gli studenti con queste qualità è sempre stata la sfida educativa dell’istituto, in particolare per gli studenti della sezione aeronautica chiamati un domani a diventare manutentori aeronautici. Sfida apparentemente vinta visto gli elogi elargiti dai docenti statunitensi che hanno equiparato gli studenti del Malignani, scuola superiore italiana, ai loro studenti universitari.

Prof. Nicola Foschia